Letture del mese – Dicembre ’20 (Murakami Haruki – Abbandonare Un Gatto)

È davvero una strana sensazione quella di concludere il 2020, un anno orribile sotto quasi tutti i punti di vista tranne quello dell’attività di scrittura, parlando dell’ultimo lavoro della penna più famosa della letteratura giapponese contemporanea e non di qualche autore oscuro pubblicato da un altrettanto oscuro editore indipendente. Eppure scrivendo di un libro di memorie, è difficile non pensare a come ricorderemo questi dodici mesi tra venti o trenta primavere, per cui forse è giusto concludere così, in bellezza.

 

MURAKAMI HARUKI – ABBANDONARE UN GATTO

Che lo si apprezzi o meno, Murakami Haruki (1948) è un autore che non necessita presentazioni. Lo conosciamo per i suoi romanzi dalle atmosfere oniriche, in cui il piano della realtà e quello del soprannaturale si sovrappongono toccandosi e rendendo difficile distinguere l’uno dall’altro; oppure per il suo lavoro di saggista e giornalista, come in Underground, opera incentrata sull’attentato del 20 marzo 1995 a Tokyo, quando gli adepti della setta Aum Shinrikyō rilasciarono del gas nervino nei tunnel della metropolitana, uccidendo tredici persone ed intossicandone svariate migliaia.

Quello di Abbandonare Un Gatto è un Murakami ancora diverso, molto più intimo e in grado di mettersi a nudo davanti ai propri lettori. Partendo da un ricordo di infanzia, come suggerisce il titolo l’abbandono di un gatto su una spiaggia (spoiler, prima di indignarsi come il sottoscritto: al gatto non è successo nulla), l’autore riflette sul proprio rapporto con il padre e sul concetto stesso di memoria, aprendosi senza reticenze.

Scopriamo così che il padre di Murakami era un insegnante e compositore di haiku, oltre che un buddhista devoto. Profondamente segnato dall’orrore della guerra, pregava ogni mattina davanti all’altare domestico per le anime dei caduti, fossero essi giapponesi o cinesi. Ed è proprio sulla guerra che Murakami sembra volersi soffermare. Una guerra orribile quella tra Cina e Giappone, in cui i nipponici si macchiarono di crimini inenarrabili, in cui l’episodio più famoso – e per assurdo forse nemmeno il più orribile – fu il massacro di Nanchino: quando l’esercito imperiale occupò la capitale cinese, si abbandonò ad un’orgia sfrenata di sangue e violenza accanendosi sui civili inermi. L’autore ne parla senza ritrosia e, pur essendo lontani dai tempi in cui Ienaga veniva censurato dalle istituzioni e minacciato di morte dagli ultranazionalisti, si tratta di una presa di posizione tutt’altro che scontata.

Con le sue settanta pagine scarse, diverse delle quali occupate dalle belle illustrazioni di Emiliano Ponzi, Abbandonare Un Gatto è un libretto agile che può essere letto in un paio d’ore, ma che al tempo stesso può far riflettere il lettore sul concetto stesso di memoria e sul rapporto che abbiamo con essa. Un Murakami inedito, intimo ed incredibilmente umano, quasi fragile con il suo carico di rimpianti per le tante, troppe questioni rimaste in sospeso e per le occasioni perdute che non potranno mai più essere recuperate.

 

 

3 pensieri su “Letture del mese – Dicembre ’20 (Murakami Haruki – Abbandonare Un Gatto)

  1. L’ho letto anch’io proprio questa settimana! Un Murakami inedito sotto tutti i punti di vista, eppure, proprio nell’episodio della gatta ho ritrovato quella traccia di inspiegabile, magico e onirico tipico di questo straordinario scrittore, i cui migliori amici dell’infanzia erano proprio i libri e i gatti. Come dico sempre, lui potrebbe anche scrivere la lista della spesa e sarebbe un capolavoro, che io leggerei con lo stesso entusiasmo con cui lessi il suo primo libro (1Q84). Buone letture!

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    • Sono d’accordo, Murakami è uno Scrittore con la S maiuscola. Non ne conosco tutta l’opera, però tutto ciò che ho letto di suo mi è sempre piaciuto molto. Riguardo all’aspetto onirico non l’avevo visto in quest’ottica il ricordo della gatta, però a pensarci bene l’episodio del gattino, che è presente anche ne la ragazza dello sputnik, potrebbe rientrare nella categoria

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  2. Pingback: Letture: Murakami Haruki – Underground | ilviaggiodiodisseo

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