Letture del mese – Settembre ’20 (Stanisław Lem – L’Invincibile)

Nonostante le fatiche della vendemmia anche questo mese sono riuscito a tenere fede al mio impegno di scrivere i miei due post mensili. Leviamo quindi le ancore e salpiamo alla volte delle vastità interplanetarie con uno dei più grandi maestri della fantascienza.

STANISLAW LEM – L’INVINCIBILE

La fantascienza è uno dei generi letterari più bistrattati, spesso considerata come lettura per ragazzini dalla fervida immaginazione, ma non certo adatta ad un pubblico adulto. Il motivo di questa discriminazione è indubbiamente da ricercarsi nella quantità spropositata di pubblicazioni di scarso valore, spesso con trame traballanti ed errori marchiani a livello scientifico, che satura il mercato e mette in ombra le opere meglio realizzate.

Anche in questo ambito vi sono tuttavia autori di primissimo livello, basti pensare ad Isaac Asimov oppure a Philip K. Dick che sono arcinoti e saldamente posizionati nell’Olimpo della letteratura mondiale. Vi sono poi figure meno conosciute, ma non per questo qualitativamente inferiori e qui non posso non citare l’autore di questo mese, il mio prediletto Stanisław Lem (1921-2006). Nato a Leopoli – e qui lo spettro della Galizia mi perseguita – dopo la laurea in medicina inizia ad interessarsi alle scienze biologiche e cibernetiche, scontrandosi ben presto con l’establishment sovietico a causa delle sue posizione in contrasto con quelle del discusso Trofim Lysenko, all’epoca a capo dell’Accademia pansovietica delle scienze agrarie. Autore prolifico, raggiunge la celebrità nel 1961 con Solaris, romanzo di cui il grande Andrej Tarkovskij cura l’adattamento cinematografico – il film del 2002 con George Clooney ne è il remake – venendo premiato a Cannes nel 1972.

Tratto distintivo della scrittura di Lem è la capacità di coniugare la speculazione filosofica ed il rigore scientifico a situazioni ed ambientazioni di pura fantasia, creando opere di grande spessore. L’Invincibile, così come il già citato Solaris, ne è un perfetto esempio. L’Invincibile è un incrociatore galattico, inviato sul pianeta Regis III nella costellazione della Lira con il compito di rintracciare la propria nave gemella, il Condor, ed il suo equipaggio. Agli uomini dell’Invincibile il pianeta appare fin da subito come una brulla distesa sabbiosa contornata da oceani, ma ben presto diverse scoperte aprono una serie di inquietanti interrogativi. Le acque di Regis III ospitano infatti forme di vita del tutto simili ai pesci terrestri, mentre sulla terraferma vengono scoperte delle misteriose formazioni che sembrano essere le rovine di una città, sebbene non assomiglino a nulla di conosciuto dall’uomo. In tutto questo il Condor ed il suo equipaggio sembrano essere spariti: quale mistero nasconde Regis III?

Nonostante sia stato scritto nel lontano 1964, L’Invincibile risulta essere incredibilmente attuale anche a quasi sessanta anni di distanza. Anzi, visto l’enorme progredire dell’informatica, dell’automazione e delle nanotecnologie forse è più attuale ora che non al momento della sua pubblicazione. Il dibattito etico intorno alla scienza e al progresso scientifico, al rapporto tra i rischi ed i benefici che questo comporta e ai limiti che questo dovrebbe avere, ammesso che ne debba avere, ormai occupa una fetta rilevante del discorso filosofico contemporaneo. Vi è poi la questione dell’uomo e del suo ruolo all’interno del mondo/cosmo, questione che nel romanzo di Lem è incarnata alla perfezione dal dilemma interiore che lacera il protagonista, l’ufficiale Rohan. Ecco, questo dovrebbe essere la fantascienza: un modo per interrogare noi stessi, facendoci domande a volte scomode e dandoci risposte non sempre confortanti; in questo senso l’opera dello scrittore polacco è un capolavoro tout court.

 

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