Letture del mese – Gennaio ’20 (Israel Joshua Singer – Acciaio Contro Acciaio)

Come già annunciato sulla pagina Facebook, ho deciso di spostare l’appuntamento dedicato alle letture alla fine del mese e di concentrarmi maggiormente sulla storia dell’Europa centro-orientale. Come inaugurare l’anno nuovo, se non con un romanzo di Singer?

ISRAEL JOSHUA SINGER – ACCIAIO CONTRO ACCIAIO

Israel Joshua Singer (1893-1944) è, insieme al fratello Isaac Bashevis (1902-1991) e alla sorella Esther Kreitman (1891-1954), il maggior esponente della letteratura yiddish. Autore di corposi romanzi familiari come “La Famiglia Karnowski” e “I Fratelli Ashkenazi“, la sua breve ma prolifica attività letteraria è costellata anche da decine di racconti e romanzi brevi. Si tratta di opere minori, ma assolutamente non inferiori rispetto a quelle più famose, che negli ultimi anni stanno venendo tradotte e pubblicate anche in Italia.

Estate 1915. Da ormai nove mesi la prima guerra mondiale insanguina il globo e l’intrico delle trincee sfregia come una cicatrice il territorio delle attuali Lituania, Polonia e Ucraina. È proprio nelle strade arroventate della capitale polacca, Varsavia, che il giovane Benyamin Lerner, reduce del fronte galiziano dove ha combattuto nella fanteria dello zar, decide di averne abbastanza e, una volta gettato l’odiato fucile nella Vistola, diserta.

Si tratta di una decisione drammatica, una sorta di epifania per Benyamin. Alla brutalità della guerra, sempre accennata ma mai portata in primo piano, quasi come per una forma di pudore, seguono le disumane condizioni di lavoro del proletariato, ulteriormente aggravate dalla legislazione di guerra e dalle tensioni striscianti tra polacchi, russi ed ebrei, che impediscono ai lavoratori di fare fronte comune. Nelle pagine di questo romanzo breve, alla violenza della Storia, che si abbatte come un pugno di acciaio sull’umanità, il protagonista contrappone un’altrettanto ferrea volontà di sopravvivere, di conquistare il proprio destino: acciaio contro acciaio, appunto.

Forse è proprio questa contrapposizione ad essere il filo conduttore dell’intero libro. Attraverso la formula del romanzo breve, Singer può liberarsi dal bisogno di costruire un epos familiare e concentrarsi a dipingere con incredibile attenzione un preciso fotogramma di quel tragico film che è la storia del Novecento. Benyamin e la sua travagliata vicenda umana, non sono altro che un espediente narrativo per provare a descrivere il dramma vissuto da milioni di sfruttati, non solo a Varsavia e in Polonia, ma in tutta Europa.

Pubblicato per la prima volta nel 1927, “Acciaio contro Acciaio” è il primo romanzo dell’autore e forse è anche per questo che brilla leggermente meno rispetto ad opere più tarde. Nonostante questo, la capacità descrittiva e l’abilità narrativa di Singer hanno creato un volume agile e mai pedante, una di quelle storie che si divorano pagina dopo pagina. Di certo non è la suo libro più brillante, ma è uno spaccato di vita ebraica come solo i fratelli Singer sono stati in grado di tratteggiare.

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